| Al-Qahira è il nome arabo del Cairo, una città dalle intense valenze evocative, sia per il mondo arabo che per quello occidentale. Attraversata dal fiume della storia, situata a pochi chilometri da alcuni dei più importanti siti di epoca faraonica, la capitale egiziana è stata infatti per lunghi secoli faro e punto di irradiazione della civiltà islamica ed è oggi la più grande megalopoli del continente africano, continuando ad esercitare di fatto il ruolo di capitale culturale del mondo arabo-islamico. Di queste realtà differenti, le mie “Note di viaggio” offrono una carrellata di impressioni personali, brevi schizzi che raccontano le lunghe camminate nella città vecchia e gli incontri minimali, disponendosi “come tessere sparse di un mosaico che non riusciamo a ricostruire nella sua completezza, ma di cui, forse, possiamo intuire il disegno e apprezzare qualche sfumatura". Il Cairo, così come tutti quei luoghi in cui si confrontano e si scontrano concezioni di vita, culture e sistemi di valori diversi, è un laboratorio vivente, in cui è possibile riconoscere in maniera più esplicita i segni dei cambiamenti in atto. […] Come in una rappresentazione drammatica, passato e presente, oriente e occidente, medioevo e consumismo, coesistono nello stesso spazio e nello stesso tempo. Elementi che entrano in collisione, creando tensioni che investono a fondo il tessuto sociale, destabilizzando i sistemi di credenze e le identità personali e collettive. Impossibile restare indifferenti a questi processi: il dramma è esplicito e ci reclama spettatori, a volte affascinati, a volte attoniti. |